L’Amministrazione ha dato un’informativa dettagliata sui contenuti del decreto interministeriale e delle linee guida. Abbiamo rilevato le numerose criticità per le quali sono necessari interventi correttivi.
Si è tenuto il 22 gennaio 2021, convocato dalla direzione generale per lo studente del Ministero dell’Istruzione, l’incontro sul Decreto Interministeriale 182 del 29 dicembre 2020 che definisce “Modalità per l’assegnazione delle misure di sostegno e nuovo modello di PEI”, trasmesso alle scuole in data 13 gennaio 2021.
La convocazione ha fatto seguito alla nostra richiesta di informativa, dopo che il Ministero aveva pubblicato il Decreto senza alcun passaggio con le organizzazioni sindacali.
In apertura di riunione, l’Amministrazione, nella persona del dott. Antimo Ponticiello, ha precisato che il Decreto è frutto di un lavoro corale, indica un percorso da avviare attraverso misure di accompagnamento e da perfezionare grazie ai contributi e ai feedback che perverranno dopo una prima fase di conoscenza e di attuazione. Ha inoltre anticipato le osservazioni relative ad eventuali tagli di personale, specificando che il Decreto non avrà ricadute immediate sugli organici e che, comunque, si tratta di un tema su cui la Direzione dello studente non ha competenze specifiche.
Il dott. Ciambrone ha approfondito i contenuti del decreto interministeriale e delle linee guida, attraverso la presentazione di una sequenza di slide.
Nel nostro intervento, come FLC CGIL, abbiamo stigmatizzato la tardività della convocazione, avvenuta a decreto pubblicato e solo su sollecitazione nostra e delle altre Organizzazioni Sindacali con una richiesta inviata al Capodipartimento.
Abbiamo sottolineato gli aspetti positivi che rileviamo nella nuova normativa, in quanto introduce un approccio alla disabilità facendo riferimento ai molteplici aspetti che la denotano in relazione con l’ambiente circostante (ICF) e richiamando il principio della responsabilità interistituzionale.
Si tratta di una visione che richiede organicità e coordinamento tra varie componenti e competenze, a partire dalla documentazione propedeutica alla stesura del PEI.
In questo senso, il DLgs 96/19 prevede un ulteriore Decreto Interministeriale per uniformare criteri, modalità e contenuti di redazione dell’accertamento della disabilità in età evolutiva ai fini dell’inclusione scolastica e del Profilo di funzionamento, tenendo conto della classificazione ICF.
Tali interventi normativi, che dovrebbero accompagnare l’introduzione del nuovo PEI, non hanno al momento visto la luce. Analogo ritardo registriamo per quanto riguarda l’accordo previsto in sede di Conferenza unificata per individuare i criteri per una progressiva uniformità su tutto il territorio nazionale della definizione dei profili professionali del personale destinato all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione.
Il Gruppo di Lavoro Operativo, nel nuovo impianto, acquisisce opportunamente centralità in riferimento alla strutturazione del percorso formativo dell’alunno con disabilità e, soprattutto, all’ indicazione del fabbisogno di risorse e di ore di sostegno; occorre definire con precisione l’interconnessione con gli Organismi Collegiali titolari della progettazione e dell’organizzazione scolastica nonché la composizione del gruppo, in particolare per quanto riguarda la partecipazione di soggetti “esterni” autorizzata dal dirigente scolastico.
Le linee guida prevedono inoltre che, eccezionalmente, in caso di impedimenti oggettivi o incompatibilità, non attribuibili a mere difficoltà di apprendimento, il consiglio di classe possa decidere l’esonero dell’alunno da un specifica disciplina, indicando quali attività alternative vengono svolte in quelle ore, come sono organizzate e valutate. Riteniamo questo passaggio particolarmente critico, in quanto comporta il rischio di “sdoganare” forme di esclusione e segregazione che vanno nella direzione contraria rispetto ai principi dell’inclusività e del diritto allo studio.
Abbiamo infine affrontato il tema nevralgico degli organici, osservando che, dietro la dichiarata e condivisibile intenzione di “sciogliere l’erronea semplificazione meramente quantitativa” e di superare il diffuso ricorso alla magistratura, divenuto prassi corrente per il riconoscimento di un numero adeguato di ore di sostegno, si nasconde il rischio di nuovi e devastanti tagli di personale.
Le tabelle allegate al decreto stabiliscono una stretta correlazione tra la severità della disabilità rapportata alle varie dimensioni dell’alunno (definita “debito di funzionamento”) e l’indicazione del fabbisogno di risorse professionali prevedendo, in base all’entità delle difficoltà, un range di ore che va da un minimo a un massimo. Intravediamo in questo meccanismo il rischio di assegnazione al ribasso dei docenti di sostegno e di conseguente penalizzazione dei processi di inclusione.
In considerazione delle mancate risposte su questa delicata questione che, come specificato in premessa, non attiene alle competenze della Direzione dello Studente, chiederemo nelle sedi opportune chiarimenti in merito alle ricadute del Decreto sulle dotazioni organiche.